Studio pilota internazionale CAPRII
Roma, 24 mag. (askanews)
Non esiste una dieta valida per tutti, perché ogni individuo reagisce, anche a uno stesso alimento, in maniera diversa.
Queste variazioni sono in parte determinate dalla risposta glicemica post prandiale individuale al singolo alimento e dall’attività del suo microbiota.
A dimostrarlo per la prima volta, è stato uno studio israeliano del Weizmann Institute of Science, in collaborazione con i laboratori di ricerca guidati da Eran Elinav and Eran Segal, pubblicato su Cell nel 2015, nel quale gli autori, attraverso la raccolta di parametri individuali quali il profilo glicemico, gli indici nutrizionali, il microbiota intestinale e il tipo di attività fisica, sono riusciti a monitorare gli effetti degli alimenti sull’organismo e, tramite un algoritmo, a formulare una dieta personalizzata. Con la loro analisi, gli scienziati israeliani hanno dimostrato come la dieta personalizzata sia capace di prevenire patologie non trasmissibili, quali il diabete mellito tipo 2 e l’obesità. Considerando che la prevalenza di queste malattie è in aumento tra la popolazione pediatrica, diventa pertanto auspicabile l’elaborazione di algoritmi per una dieta personalizzata anche per i bambini.
Nasce così lo studio CAPRII (Children Alimentary Personalized Research Italy Israel), il primo studio pilota internazionale condotto dal Dipartimento di Scienze Mediche Traslazionali dell’Università di Napoli “Federico II”, insieme allo Schneider Children’s Medical Center e al Weizmann Institute of Science di Israele, con l’obiettivo di creare algoritmi utili a elaborare diete personalizzate nei bambini, ottenuti confrontando la Dieta Mediterranea con una dieta standard. “La dieta personalizzata – spiega Annamaria Staiano del Dipartimento di Scienze Mediche Traslazionali, Sezione di Pediatria presso l’Università di Napoli “Federico II” e Vice Presidente SIP (Società Italiana di Pediatria), coautrice dello studio CAPRII – è un’intuizione speciale che dimostra come anche lo stesso alimento produca effetti diversi, in persone diverse. Gli effetti non dipendono solo dal cibo, ma anche dalla persona che lo assume.
Ognuno reagisce in modo differente e individuale allo stesso alimento: un cibo capace di generare una risposta salutare in alcuni individui può produrre in altri un effetto dannoso sul piano fisico e metabolico. Sulla base del profilo glicemico post-prandiale, di un minimo di indagini di laboratorio e sulla caratterizzazione del microbiota, è possibile oggi sviluppare algoritmi capaci di predire esattamente la risposta personale ad alimenti specifici, persino prima che vengano consumati. L’elemento ancora più importante è che questi algoritmi possono essere utilizzati per prevenire, con le diete personalizzate, la diffusione di malattie non trasmissibili, quali l’obesità e il diabete”.
(Fonte: askanews.it)
Con l’inizio delle scuole aumenta, per i nostri bambini, il rischio di prendere i pidocchi. Sfatiamo la falsa credenza che i pidocchi siano indice di quella scarsa igiene che causa nelle persone colpite e nei famigliari imbarazzo o, addirittura, vergogna. In realtà, questa proliferazione abnorme di pidocchi deriva dal fatto che sono aumentati molto i luoghi di aggregazione; mentre una volta c’era solo la scuola, oggi ci sono palestre, piscine, mezzi di trasporto ecc, quindi sono molto aumentate le occasioni di venirne a contatto.Cerchiamo, dunque, di sapere qualcosa in più sull’origine del pidocchio, su come nasce, su come si sviluppa, su come riconoscerli in testa.
La femmina depone in media 8-10 uova al giorno (Lendini, che al microscopio appariranno di forma rotondeggiante e trasparenti) che si attaccano al capello grazie ad una sostanza collosa, con preferenza per la nuca e per la zona dietro alle orecchie. Il pidocchio, pur con le sue microscopiche dimensioni (2-3 mm), possiede sei arti uncinati, con i quali si ancora alla radice del capello, e un apparato buccale formato da un rostro che, conficcandosi nel cuoio capelluto, ne succhia il sangue di cui si nutre. Durante la suzione, esso secerne delle sostanze anestetizzanti per rendere indolore la “puntura” e anticoagulanti per facilitare l’aspirazione del sangue. Le uova così deposte si schiudono dopo 10 giorni e si passa dallo stato di lendine a pidocchio. Quest’ultimo, dopo 15 giorni, può iniziare a riprodursi. La vita dell’insetto è breve: 20 giorni per il maschio e 40 per la femmina.
Queste due specie sono tipiche dell’uomo ed è molto importante sapere che gli animali non vengono colpiti da questo tipo di insetto e, di conseguenza, non lo possono trasmettere.
I pidocchi d’estate si sviluppano maggiormente. Essi, infatti, per sopravvivere devono stare al caldo e, al contrario di quello che si pensa, non saltano da una testa all’altra, ma si trasmettono semplicemente scambiandosi i capelli, le cuffie, ecc. I più colpiti sono i bambini, ma anche gli adulti sono esposti: ad esempio, non è difficile tornare da qualche viaggio con i pidocchi nelle parti intime!
La presenza di questo fastidioso insetto è spesso caratterizzata da un forte prurito che a volte, tuttavia, può anche non esserci.
È necessario osservare il cuoio capelluto passandolo con un pettine a denti stretti e, in commercio, ce ne sono alcuni dotati anche di lente d’ingrandimento e di spazzolina. Se, nei capelli, si osservano delle palline traslucide che sembrano quasi forfora ma che sono saldamente attaccate alla radice del capello tanto da non riuscire a staccarle, siamo in presenza delle lendini trasparenti di forma rotondeggiante di questi parassiti. L’infezione si chiama pediculosi e non è il caso né di allarmarsi né di vergognarsi: si tratta, semplicemente, di pidocchi che possono essere eliminati.
Il vecchio rimedio della nonna che prevede l’uso dell’aceto per eliminare i pidocchi non è efficace. Non è neppure necessario tagliare i capelli: i pidocchi non si trovano sulla lunghezza del capello ma alla sua radice.
Come fare, quindi, se sui capelli dei nostri bambini troviamo lendini o pidocchi? La cosa migliore è rivolgersi al farmacista di fiducia che vi illustrerà le varie possibilità. Quella più semplice prevede l’uso di shampoo antiparassitari; in commercio ve ne sono molti, alcuni dei quali caratterizzati da formule arricchite di componenti attivi contro i pidocchi e contro le lendini più resistenti.
Esistono anche gel antipediculosi fra i quali ricordiamo Aftir Antipediculosi che si applica sui capelli asciutti. Questo, lasciato agire per 10-15 minuti, viene poi eliminato lavando i capelli con uno shampoo per pidocchi come Aftir Shampoo Antipediculosi Formula Arricchita che, oltre ad eliminare i parassiti morti, crea un ambiente sfavorevole all’instaurarsi di un nuovo insediamento. È opportuno ripetere il trattamento dopo 3 e dopo 7 giorni in maniera tale da debellare i pidocchi in tutte le loro fasi (lendine, larva, giovane pidocchio).
Non è possibile rispondere perché dipende dal trattamento che si intende intraprendere e da quanto sono resistenti le lendini e i pidocchi. Nel periodo scolastico sarebbe buona norma adottare delle semplici precauzioni in grado di evitare lo “stress” da pidocchi:
Quando si ritorna a scuola, invece, è opportuno usare dei prodotti che rendano più difficile un nuovo attecchimento dei parassiti. È possibile prevenire i pidocchi, infatti, creando sul cuoio capelluto un ambiente a loro ostile. Preaftir propone un “kit pidocchi” di prevenzione costituito da: Preaftir Lozione Spray Complemento Cosmetico Antipediculosi, Preaftir Olio Shampoo Complemento Cosmetico Antipediculosi e un pratico Pettinino con Lente.