I rimedi degli esperti per imparare a gestire l'ansia
Roma, 20 giu. (askanews)
La paura di volare colpisce sempre più persone per le cause più diverse: dal timore di perdere il controllo, all’angoscia di attentati terroristici. Così, i nuovi mezzi di trasporto prediletti sono treno, auto e nave. E’ quanto emerge da un sondaggio realizzato da Eurodap (Associazione europea disturbi da attacchi di panico), a cui hanno risposto 568 persone di ambosessi dai 25 ai 65 anni. Il 67% delle persone non ama infatti prendere l’aereo perché ha la sensazione di non avere il controllo del mezzo e, quindi, della situazione in generale. Il 77% teme un possibile attentato, e ciò incide fortemente sulla preferenza di un mezzo alternativo per spostarsi. Il 69% preferisce spostarsi in un luogo non troppo lontano dalla propria residenza e con mezzi alternativi come il treno (37%) o altri mezzi su strada (45%); solo in pochi amano prendere l’aereo per raggiungere le mete dei loro viaggi (17%). “In un mondo in cui tutto va veloce, compresi gli spostamenti, siano essi per vacanza o per lavoro, il mezzo di trasporto per elezione è ormai l’aereo perché permette lunghi spostamenti in breve tempo – spiega la psicoterapeuta Paola Vinciguerra, direttore scientifico di Bioequilibrium e presidente di Eurodap, Associazione europea disturbi da attacchi di panico – per molti, però, l’esperienza del volo è spesso vissuta con uno stato emotivo terribile, notevole ansia, preoccupazione, paura, fino al vero e proprio panico. Sono dati allarmanti, quindi è necessario tentare di risolvere, o almeno imparare a gestire questa forte ansia, che conduce alla paura di volare”. Ecco allora alcuni consigli e rimedi pratici dello staff di Bioequilibrium che possono migliorare il viaggio ad alta quota: 1) Chiedere informazioni a bordo: a volte può succedere che a scatenare la paura siano interpretazioni erronee di normali avvenimenti collegati al volo, quindi informarsi potrebbe essere utile a diminuire l’ansia; 2) Evitare sostanze eccitanti: evitare accuratamente qualsiasi sostanza eccitante prima del volo. E’, infatti, noto che bevande come il caffè non sono d’aiuto nelle situazioni di stress o ansia. 3) Pensare ad altro: evitare di pensare ossessivamente al volo alimentando così l’ansia e la paura; 4) Imbarcarsi riposati: tentare di dormire in maniera regolare nei giorni precedenti alla partenza; infatti la mancanza di sonno potrebbe accentuare lo stato di alterazione fisiologica legata alla paura del volo; 5) Affidarsi al personale di bordo: nel caso in cui si è in aereo e si sente la paura salire, bisogna cercare di non lasciarsi prendere dal panico e rendere nota la situazione al personale di bordo. Stuart ed hostess, infatti, sono perfettamente addestrati ad intervenire e sapranno come aiutarvi. 6) Frequentare un corso: per chiunque fosse interessato a vivere in libertà e senza paura il consiglio è iscriversi al corso ‘Voliamo insieme’, promosso dallo staff di Bioequiliubrium (www.bioequilibrium.it).
Fonte: askanews.it
Con l’inizio delle scuole aumenta, per i nostri bambini, il rischio di prendere i pidocchi. Sfatiamo la falsa credenza che i pidocchi siano indice di quella scarsa igiene che causa nelle persone colpite e nei famigliari imbarazzo o, addirittura, vergogna. In realtà, questa proliferazione abnorme di pidocchi deriva dal fatto che sono aumentati molto i luoghi di aggregazione; mentre una volta c’era solo la scuola, oggi ci sono palestre, piscine, mezzi di trasporto ecc, quindi sono molto aumentate le occasioni di venirne a contatto.Cerchiamo, dunque, di sapere qualcosa in più sull’origine del pidocchio, su come nasce, su come si sviluppa, su come riconoscerli in testa.
La femmina depone in media 8-10 uova al giorno (Lendini, che al microscopio appariranno di forma rotondeggiante e trasparenti) che si attaccano al capello grazie ad una sostanza collosa, con preferenza per la nuca e per la zona dietro alle orecchie. Il pidocchio, pur con le sue microscopiche dimensioni (2-3 mm), possiede sei arti uncinati, con i quali si ancora alla radice del capello, e un apparato buccale formato da un rostro che, conficcandosi nel cuoio capelluto, ne succhia il sangue di cui si nutre. Durante la suzione, esso secerne delle sostanze anestetizzanti per rendere indolore la “puntura” e anticoagulanti per facilitare l’aspirazione del sangue. Le uova così deposte si schiudono dopo 10 giorni e si passa dallo stato di lendine a pidocchio. Quest’ultimo, dopo 15 giorni, può iniziare a riprodursi. La vita dell’insetto è breve: 20 giorni per il maschio e 40 per la femmina.
Queste due specie sono tipiche dell’uomo ed è molto importante sapere che gli animali non vengono colpiti da questo tipo di insetto e, di conseguenza, non lo possono trasmettere.
I pidocchi d’estate si sviluppano maggiormente. Essi, infatti, per sopravvivere devono stare al caldo e, al contrario di quello che si pensa, non saltano da una testa all’altra, ma si trasmettono semplicemente scambiandosi i capelli, le cuffie, ecc. I più colpiti sono i bambini, ma anche gli adulti sono esposti: ad esempio, non è difficile tornare da qualche viaggio con i pidocchi nelle parti intime!
La presenza di questo fastidioso insetto è spesso caratterizzata da un forte prurito che a volte, tuttavia, può anche non esserci.
È necessario osservare il cuoio capelluto passandolo con un pettine a denti stretti e, in commercio, ce ne sono alcuni dotati anche di lente d’ingrandimento e di spazzolina. Se, nei capelli, si osservano delle palline traslucide che sembrano quasi forfora ma che sono saldamente attaccate alla radice del capello tanto da non riuscire a staccarle, siamo in presenza delle lendini trasparenti di forma rotondeggiante di questi parassiti. L’infezione si chiama pediculosi e non è il caso né di allarmarsi né di vergognarsi: si tratta, semplicemente, di pidocchi che possono essere eliminati.
Il vecchio rimedio della nonna che prevede l’uso dell’aceto per eliminare i pidocchi non è efficace. Non è neppure necessario tagliare i capelli: i pidocchi non si trovano sulla lunghezza del capello ma alla sua radice.
Come fare, quindi, se sui capelli dei nostri bambini troviamo lendini o pidocchi? La cosa migliore è rivolgersi al farmacista di fiducia che vi illustrerà le varie possibilità. Quella più semplice prevede l’uso di shampoo antiparassitari; in commercio ve ne sono molti, alcuni dei quali caratterizzati da formule arricchite di componenti attivi contro i pidocchi e contro le lendini più resistenti.
Esistono anche gel antipediculosi fra i quali ricordiamo Aftir Antipediculosi che si applica sui capelli asciutti. Questo, lasciato agire per 10-15 minuti, viene poi eliminato lavando i capelli con uno shampoo per pidocchi come Aftir Shampoo Antipediculosi Formula Arricchita che, oltre ad eliminare i parassiti morti, crea un ambiente sfavorevole all’instaurarsi di un nuovo insediamento. È opportuno ripetere il trattamento dopo 3 e dopo 7 giorni in maniera tale da debellare i pidocchi in tutte le loro fasi (lendine, larva, giovane pidocchio).
Non è possibile rispondere perché dipende dal trattamento che si intende intraprendere e da quanto sono resistenti le lendini e i pidocchi. Nel periodo scolastico sarebbe buona norma adottare delle semplici precauzioni in grado di evitare lo “stress” da pidocchi:
Quando si ritorna a scuola, invece, è opportuno usare dei prodotti che rendano più difficile un nuovo attecchimento dei parassiti. È possibile prevenire i pidocchi, infatti, creando sul cuoio capelluto un ambiente a loro ostile. Preaftir propone un “kit pidocchi” di prevenzione costituito da: Preaftir Lozione Spray Complemento Cosmetico Antipediculosi, Preaftir Olio Shampoo Complemento Cosmetico Antipediculosi e un pratico Pettinino con Lente.