Oms: fumo causa 7 mln decessi l'anno
Roma, 23 nov. (askanews) – La comunità scientifica internazionale è concorde nel ritenere il fumo quale principale fattore di rischio per l’insorgenza di malattie non trasmissibili. Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, le vittime del fumo sono oltre 7 milioni l’anno (alle quali si aggiungono altri 600mila morti per fumo passivo). Solo nel nostro Paese i dati del Ministero della Salute evidenziano come tra i 70.000 e gli 83.000 decessi ogni anno siano causati dal consumo di sigarette (circa un migliaio per fumo passivo). Tuttavia, nonostante la consapevolezza sui danni da fumo e le sempre più stringenti politiche di prevenzione e controllo, l’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che nel 2025 i fumatori saranno ancora oltre 1 miliardo, un numero uguale a quello attuale.
Anche di questo si è discusso al simposio “Fumo e rischio cardiovascolare” tenutosi in occasione del XL Congresso Nazionale della Società Italiana di Angiiologia e Patologia Vascolare (Siapav), nel quale è emerso come una parte sempre più preponderante della comunità medico-scientifica sostenga l’adozione di politiche anti-fumo basate eventualmente anche sul principio della riduzione del danno, ad integrazione delle altre principali strategie volte a ridurre il danno correlato al fumo di sigaretta (prevenzione e dissuasione). Come spiega Guido Arpaia, presidente Siapav e Direttore S.C. di Medicina Interna dell’ASST di Vimercate: “Nel fumatore il rischio vascolare si manifesta in vari modi. In particolare il danno da fumo vede una lenta ma inesorabile crescita della placca aterosclerotica che sebbene priva di sintomi può determinare un evento acuto a carico di organi vitali come cuore, vasi periferici, cervello e reni”. È infatti il fumo, insieme al diabete, la maggiore minaccia alla salute delle arterie e allo sviluppo di Arteriopatie Periferiche a causa di un meccanismo di infiammazione cronica: il rischio è 2.15 volte maggiore rispetto agli ex fumatori[1] con ricadute come riduzione della circolazione periferica anche sintomatica (malattia delle vetrine). “Un dato oltremodo preoccupante”, prosegue Arpaia, “è che anche in caso di procedure interventistiche solo il 36% pazienti smette di fumare nel periodo successivo. Gli operati per malattie vascolari periferiche che subiscono interventi di by-pass o endovascolari che non smettono di fumare sviluppano più complicanze e hanno maggior rischio di mortalità”.
Fonte: askanews.it
Con l’inizio delle scuole aumenta, per i nostri bambini, il rischio di prendere i pidocchi. Sfatiamo la falsa credenza che i pidocchi siano indice di quella scarsa igiene che causa nelle persone colpite e nei famigliari imbarazzo o, addirittura, vergogna. In realtà, questa proliferazione abnorme di pidocchi deriva dal fatto che sono aumentati molto i luoghi di aggregazione; mentre una volta c’era solo la scuola, oggi ci sono palestre, piscine, mezzi di trasporto ecc, quindi sono molto aumentate le occasioni di venirne a contatto.Cerchiamo, dunque, di sapere qualcosa in più sull’origine del pidocchio, su come nasce, su come si sviluppa, su come riconoscerli in testa.
La femmina depone in media 8-10 uova al giorno (Lendini, che al microscopio appariranno di forma rotondeggiante e trasparenti) che si attaccano al capello grazie ad una sostanza collosa, con preferenza per la nuca e per la zona dietro alle orecchie. Il pidocchio, pur con le sue microscopiche dimensioni (2-3 mm), possiede sei arti uncinati, con i quali si ancora alla radice del capello, e un apparato buccale formato da un rostro che, conficcandosi nel cuoio capelluto, ne succhia il sangue di cui si nutre. Durante la suzione, esso secerne delle sostanze anestetizzanti per rendere indolore la “puntura” e anticoagulanti per facilitare l’aspirazione del sangue. Le uova così deposte si schiudono dopo 10 giorni e si passa dallo stato di lendine a pidocchio. Quest’ultimo, dopo 15 giorni, può iniziare a riprodursi. La vita dell’insetto è breve: 20 giorni per il maschio e 40 per la femmina.
Queste due specie sono tipiche dell’uomo ed è molto importante sapere che gli animali non vengono colpiti da questo tipo di insetto e, di conseguenza, non lo possono trasmettere.
I pidocchi d’estate si sviluppano maggiormente. Essi, infatti, per sopravvivere devono stare al caldo e, al contrario di quello che si pensa, non saltano da una testa all’altra, ma si trasmettono semplicemente scambiandosi i capelli, le cuffie, ecc. I più colpiti sono i bambini, ma anche gli adulti sono esposti: ad esempio, non è difficile tornare da qualche viaggio con i pidocchi nelle parti intime!
La presenza di questo fastidioso insetto è spesso caratterizzata da un forte prurito che a volte, tuttavia, può anche non esserci.
È necessario osservare il cuoio capelluto passandolo con un pettine a denti stretti e, in commercio, ce ne sono alcuni dotati anche di lente d’ingrandimento e di spazzolina. Se, nei capelli, si osservano delle palline traslucide che sembrano quasi forfora ma che sono saldamente attaccate alla radice del capello tanto da non riuscire a staccarle, siamo in presenza delle lendini trasparenti di forma rotondeggiante di questi parassiti. L’infezione si chiama pediculosi e non è il caso né di allarmarsi né di vergognarsi: si tratta, semplicemente, di pidocchi che possono essere eliminati.
Il vecchio rimedio della nonna che prevede l’uso dell’aceto per eliminare i pidocchi non è efficace. Non è neppure necessario tagliare i capelli: i pidocchi non si trovano sulla lunghezza del capello ma alla sua radice.
Come fare, quindi, se sui capelli dei nostri bambini troviamo lendini o pidocchi? La cosa migliore è rivolgersi al farmacista di fiducia che vi illustrerà le varie possibilità. Quella più semplice prevede l’uso di shampoo antiparassitari; in commercio ve ne sono molti, alcuni dei quali caratterizzati da formule arricchite di componenti attivi contro i pidocchi e contro le lendini più resistenti.
Esistono anche gel antipediculosi fra i quali ricordiamo Aftir Antipediculosi che si applica sui capelli asciutti. Questo, lasciato agire per 10-15 minuti, viene poi eliminato lavando i capelli con uno shampoo per pidocchi come Aftir Shampoo Antipediculosi Formula Arricchita che, oltre ad eliminare i parassiti morti, crea un ambiente sfavorevole all’instaurarsi di un nuovo insediamento. È opportuno ripetere il trattamento dopo 3 e dopo 7 giorni in maniera tale da debellare i pidocchi in tutte le loro fasi (lendine, larva, giovane pidocchio).
Non è possibile rispondere perché dipende dal trattamento che si intende intraprendere e da quanto sono resistenti le lendini e i pidocchi. Nel periodo scolastico sarebbe buona norma adottare delle semplici precauzioni in grado di evitare lo “stress” da pidocchi:
Quando si ritorna a scuola, invece, è opportuno usare dei prodotti che rendano più difficile un nuovo attecchimento dei parassiti. È possibile prevenire i pidocchi, infatti, creando sul cuoio capelluto un ambiente a loro ostile. Preaftir propone un “kit pidocchi” di prevenzione costituito da: Preaftir Lozione Spray Complemento Cosmetico Antipediculosi, Preaftir Olio Shampoo Complemento Cosmetico Antipediculosi e un pratico Pettinino con Lente.