Aperto a Roma il Congresso dei cardiologi SIC
Le malattie cardiovascolari sono responsabili di oltre quattro milioni di decessi in Europa ogni anno. Nuove evidenze hanno confermato che l’evento chiave di inizio dell’aterosclerosi è l’accumulo di colesterolo “cattivo” chiamato colesterolo LDL all’interno delle arterie. Molti studi clinici hanno recentemente dimostrato che abbassare ulteriormente il colesterolo LDL, oltre i livelli che fino a pochi anni fa si ritenevano accettabili, determina un effetto benefico con riduzione del rischio cardiovascolare. Ne discutono esperti a Roma in occasione del Congresso nazionale numero 80 della Società Italiana di Cardiologia – SIC.I pazienti a maggior rischio – spiegano gli specialisti – sono quelli con malattia aterosclerotica cardiovascolare, quelli che già hanno avuto un infarto cardiaco, i portatori di stent o chi sia stato già sottoposto ad intervento chirurgico di by-pass. Sono inoltre ad alto rischio i pazienti con diabete che abbiano già manifestato complicanze in altri organi, quelli affetti da ipercolesterolemia familiare o grave malattia renale cronica. A tutti questi pazienti è fortemente raccomandata una terapia più intensiva per abbassare i livelli di LDL. Inoltre, gli ultimi studi clinici hanno chiaramente indicato che più bassi sono i valori LDL-C raggiunti, più basso è il rischio di futuri eventi cardiovascolari. Al fine di essere in linea con questi nuovi risultati la Società Italiana di Cardiologia propone i nuovi obiettivi per quanto riguarda la riduzione del colesterolo LDL, nonché una riveduta stratificazione del rischio cardiovascolare, particolarmente rilevante per i pazienti ad alto e altissimo rischio. Nuove Linee guida che forniscono importanti novità che avranno un grande impatto su numerosi soggetti e pazienti affetti da ipercolesterolemia.“Il primo messaggio è quello di abbassare il colesterolo il più presto possibile, specialmente nei pazienti a rischio alto o molto alto – afferma Ciro Indolfi, Presidente della Società Italiana di Cardiologia – oggi abbiamo prove schiaccianti che ci derivano da studi fisiopatologici, epidemiologici, genetici e da studi di popolazione che l’aumento del colesterolo LDL è una potente causa di infarto e ictus. La riduzione del colesterolo LDL riduce il rischio indipendentemente dai livelli di base. Ciò significa che nelle persone ad alto rischio di infarto o ictus, ridurre il colesterolo LDL è efficace anche se hanno livelli di partenza inferiori alla media. Questa è la grande novità rispetto al passato”.Insomma, una certezza consolidata nella gestione clinica dell’ipercolesterolemia dice che più basso è il colesterolo, migliore è la prognosi. Chiarisce Pasquale Perrone Filardi, Presidente eletto della SIC: “Le linee guida mirano a garantire che i farmaci disponibili (statine, ezetimibe, inibitori del PCSK9) siano utilizzati nel modo più efficace possibile per abbassare i livelli nei soggetti più a rischio. Si raccomanda che tali pazienti raggiungano sia un livello target di colesterolo LDL che una riduzione relativa minima del 50% dei valori basali”.
Fonte: Askanews.it
Con l’inizio delle scuole aumenta, per i nostri bambini, il rischio di prendere i pidocchi. Sfatiamo la falsa credenza che i pidocchi siano indice di quella scarsa igiene che causa nelle persone colpite e nei famigliari imbarazzo o, addirittura, vergogna. In realtà, questa proliferazione abnorme di pidocchi deriva dal fatto che sono aumentati molto i luoghi di aggregazione; mentre una volta c’era solo la scuola, oggi ci sono palestre, piscine, mezzi di trasporto ecc, quindi sono molto aumentate le occasioni di venirne a contatto.Cerchiamo, dunque, di sapere qualcosa in più sull’origine del pidocchio, su come nasce, su come si sviluppa, su come riconoscerli in testa.
La femmina depone in media 8-10 uova al giorno (Lendini, che al microscopio appariranno di forma rotondeggiante e trasparenti) che si attaccano al capello grazie ad una sostanza collosa, con preferenza per la nuca e per la zona dietro alle orecchie. Il pidocchio, pur con le sue microscopiche dimensioni (2-3 mm), possiede sei arti uncinati, con i quali si ancora alla radice del capello, e un apparato buccale formato da un rostro che, conficcandosi nel cuoio capelluto, ne succhia il sangue di cui si nutre. Durante la suzione, esso secerne delle sostanze anestetizzanti per rendere indolore la “puntura” e anticoagulanti per facilitare l’aspirazione del sangue. Le uova così deposte si schiudono dopo 10 giorni e si passa dallo stato di lendine a pidocchio. Quest’ultimo, dopo 15 giorni, può iniziare a riprodursi. La vita dell’insetto è breve: 20 giorni per il maschio e 40 per la femmina.
Queste due specie sono tipiche dell’uomo ed è molto importante sapere che gli animali non vengono colpiti da questo tipo di insetto e, di conseguenza, non lo possono trasmettere.
I pidocchi d’estate si sviluppano maggiormente. Essi, infatti, per sopravvivere devono stare al caldo e, al contrario di quello che si pensa, non saltano da una testa all’altra, ma si trasmettono semplicemente scambiandosi i capelli, le cuffie, ecc. I più colpiti sono i bambini, ma anche gli adulti sono esposti: ad esempio, non è difficile tornare da qualche viaggio con i pidocchi nelle parti intime!
La presenza di questo fastidioso insetto è spesso caratterizzata da un forte prurito che a volte, tuttavia, può anche non esserci.
È necessario osservare il cuoio capelluto passandolo con un pettine a denti stretti e, in commercio, ce ne sono alcuni dotati anche di lente d’ingrandimento e di spazzolina. Se, nei capelli, si osservano delle palline traslucide che sembrano quasi forfora ma che sono saldamente attaccate alla radice del capello tanto da non riuscire a staccarle, siamo in presenza delle lendini trasparenti di forma rotondeggiante di questi parassiti. L’infezione si chiama pediculosi e non è il caso né di allarmarsi né di vergognarsi: si tratta, semplicemente, di pidocchi che possono essere eliminati.
Il vecchio rimedio della nonna che prevede l’uso dell’aceto per eliminare i pidocchi non è efficace. Non è neppure necessario tagliare i capelli: i pidocchi non si trovano sulla lunghezza del capello ma alla sua radice.
Come fare, quindi, se sui capelli dei nostri bambini troviamo lendini o pidocchi? La cosa migliore è rivolgersi al farmacista di fiducia che vi illustrerà le varie possibilità. Quella più semplice prevede l’uso di shampoo antiparassitari; in commercio ve ne sono molti, alcuni dei quali caratterizzati da formule arricchite di componenti attivi contro i pidocchi e contro le lendini più resistenti.
Esistono anche gel antipediculosi fra i quali ricordiamo Aftir Antipediculosi che si applica sui capelli asciutti. Questo, lasciato agire per 10-15 minuti, viene poi eliminato lavando i capelli con uno shampoo per pidocchi come Aftir Shampoo Antipediculosi Formula Arricchita che, oltre ad eliminare i parassiti morti, crea un ambiente sfavorevole all’instaurarsi di un nuovo insediamento. È opportuno ripetere il trattamento dopo 3 e dopo 7 giorni in maniera tale da debellare i pidocchi in tutte le loro fasi (lendine, larva, giovane pidocchio).
Non è possibile rispondere perché dipende dal trattamento che si intende intraprendere e da quanto sono resistenti le lendini e i pidocchi. Nel periodo scolastico sarebbe buona norma adottare delle semplici precauzioni in grado di evitare lo “stress” da pidocchi:
Quando si ritorna a scuola, invece, è opportuno usare dei prodotti che rendano più difficile un nuovo attecchimento dei parassiti. È possibile prevenire i pidocchi, infatti, creando sul cuoio capelluto un ambiente a loro ostile. Preaftir propone un “kit pidocchi” di prevenzione costituito da: Preaftir Lozione Spray Complemento Cosmetico Antipediculosi, Preaftir Olio Shampoo Complemento Cosmetico Antipediculosi e un pratico Pettinino con Lente.